Alla fine del XIII secolo, la valle era divisa fra la Pieve di Dervio e la Pieve di Primaluna.
“La compagnia del Rosario di Mont’Introzzo pare essersi formata intorno al 1620, ma divenne meno importante di quella successivamente istituita all’altare del Carmine, voluta plebiscitariamente dagli abitanti dei tre paesi nel 1652”. (A. Borghi, 1981)
Molti furono i doni degli emigranti fra cui la Tela del Rosario (raffigurazione dei Santi Domenico, Ambrogio, Pietro e Sfirio) donata dalla Compagnia Del Rosario alla Parrocchia.
“La chiesa di San Giacomo esistente in cima al borgo non sembra mostrare segni di cospicua antichità, stante anche un radicale restauro non molto antico. Pure le oreficerie conservate nel’’edificio o provenienti da tale chiesa non risultano significativamente anteriori al XIX secolo”. (O. Zastrow, S. de Meis, Orificeria in Lombardia dal VI al XIII secolo. Croci e Crocifissi, Como 1975)
Tra i boschi di Vestreno, a 700 metri d’altezza, sorge il Santuario della Madonna della Pietà. L’edificio fu costruito nel 1672 sulle rovine di una preesistente cappella devozionale voluta dal Parroco di Monte Introzzo. Gli abitanti ottennero il permesso di costruire un santuario nel 1671. La scelta del luogo non fu del tutto casuale poiché alla Beata Vergine si chiedeva di proteggere agli abitanti dai cattivi incontri (briganti e animali selvatici).
Sorge in posizione isolata rispetto al centro dell’abitato. È d’origine medievale, come attestano le finestrature tamponate e alcuni frammenti d’affreschi all’interno. Nel XVIII secolo fu completamente ricostruita.
Poco prima di arrivare in vetta si incrocia la minuscola Chiesetta dedicata a S. Sfirio, Santo “endemico” della Valvarrone tuttora festeggiato il 17 luglio. La chiesetta, più volte ricostruita, risale al XIII secolo ed è posta quasi sul culmine del M. Legnoncino.
La chiesa d’origine medievale è un grandioso edificio consacrato nel 1583 dal Borromeo che impegnò sette ore di salita per raggiungere la chiesa. Il suo aspetto odierno è il risultato ottenuto dagli ultimi lavori di restauro effettuati nel 1860. “L’interno, a navata unica, vanta otto altari fra i quali quello maggiore (fine XVII secolo) interamente scolpito in legno” (F. Magni, 1926)
La chiesa di San Bernardino “non palesa tracce architettoniche di eccezionale antichità”. (O. Zastrow, S. de Meis, Orificeria in Lombardia dal VI al XIII secolo. Croci e Crocifissi, Como 1975). E’ conosciuta anche come Chiesa della Madonna delle Nevi. All’interno si trova un altare ligneo cinquecentesco con la Statua di San Sfirio. Sul portale è scolpito l’anno 1706.
“La chiesa fu costruita nel 1600 e dipinta da Luigi Tagliaferri di Piagnona…aveva un nucleo sicuramente cinquecentesco, dal punto di vista architettonico”. (Oleg Zastrow, S. de Meis, Orificeria in Lombardia dal VI al XIII secolo. Croci e Crocifissi, Como 1975)
Fu eretto dalla famiglia Rubini nel 1694 a ricordo del passaggio del Cardinale nel 1566.
Il Santuario si trova in una posizione dominante; la valle sottostante, impervia e suggestiva, è percorsa dal Fiume Varrone. Dal Santuario si gode una vista a 180° sui borghi di Sueglio, Introzzo e Vestreno.
E’ una cappelletta votiva legata alla vicenda miracolosa di un bambino salvato, nella rovinosa caduta da un albero, dalla propria cintura dei pantaloni. La Madonna vi è raffigurata nell’atto di porgere la cintura.
Quest’edificio, riedificato nel 1646 seguendo l’originario stile barocco, conserva pregevoli stucchi visibili soprattutto nella facciata. Gli ultimi lavori di abbellimento risalgono al XVIII secolo.
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